Ho parlato con molte persone convinte che un’azienda italiana offra opportunità migliori rispetto ad una straniera, perché, operando in Italia, è un business di più facile comprensione e sarà quindi più facile avere il controllo dei propri investimenti.

Ci sembrano infatti gestibili e legate alla nostra realtà nazionale, mentre i buisness stranieri paiono incomprensibili: aziende sconosciute che operano in mercati altrettanto sconosciuti ed ignoti.

Ci sono due principali problemi con questo modo di ragionare:

  1. In primo luogo, non è detto che un’azienda italiana venda principalmente in italia. Facciamo l’esempio di Campari (Italiana) e Monster Beverage (USA): Campari vende in tutto il mondo ma le vendite nel sud europa sono meno del 30%. Non ho trovato il dato per l’Italia ma è facile pensare che le vendite in Italia non superino il 10%. A tutti gli effetti il business di Campari è molto più orientato alle Americhe, con vendite per oltre il 40%. Monster, pur essendo americana, ha dati piuttosto simili.Prima di pensare che un’azienda italiana operi solo in italia quindi assicuriamoci di questi dati guardando all’interno dei bilanci aziendali.
  2. Inoltre si cade nella trappola mentale chiamata pregiudizio nazionale e fidatevi quando vi dico che può fare dei danni notevoli. L’home bias, come lo chiamano in inglese, è un meccanismo mentale che spinge le persone a preferire ciò che gli è già vicino perché si ha una sensazione di familiarità e di controllo. Nel campo degli investimenti questo si traduce con una preferenza ad investire in titoli italiani: l’effetto “casa” ci dà la sensazione di poter controllare maggiormente i nostri investimenti e quindi di poter accedere a opportunità migliori.

Questa è appunto soltanto una sensazione: non c’è nessun reale motivo per cui un italiano dovrebbe avere dei vantaggi informativi nell’acquistare azioni italiane..

So che può sembrare strano ma un investitore americano ha le stesse informazioni di un investitore italiano quando si tratta di investire su azioni italiane. E vale anche il contrario.

Infatti le economie di oggi sono talmente interconnesse, e le informazioni si muovono talmente velocemente che essere fisicamente vicini alle aziende, che tra l’altro spesso esportano più di quanto vendano nel loro paese, offre ben pochi vantaggi.

L’home bias può essere molto dannoso, concentrarsi troppo sui titoli italiani infatti può  portare a due principali problemi:

L’home bias può essere molto dannosa, concentrarsi troppo sui titoli italiani infatti può  portare a due principali problemi:

  1. La scarsa diversificazione. Pur essendo l’ottava economia al mondo, l’italia ha un peso solo del 3,8%, quindi un portafoglio ben diversificato a livello globale non può avere una preponderanza di titoli italiani. Non è questione di preferenze personali, un portafoglio del genere sarebbe proprio sbagliato.
  2. Le opportunità. Non dico che tutti I titoli stranieri siano una miniera d’oro però bisogna essere onesti e dire che il mercato italiano nella sua globalità non ha reso molto negli ultimi anni, mentre quelli esteri possono offrire grandi possibilità.

Confrontiamo per esempio due indici simili per numero di componenti, il FTSE MIB italiano, che comprende i 40 titoli italiani a più grande capitalizzazione e il Dow Jones Industrial Average che invece ne conta 30.

Negli ultimi 10 anni il ftse mib è cresciuto di un misero 7% mentre il dow jones ben del 205%!

I titoli stranieri non sono certo perfetti, ma non limitatevi a guardare soltanto quelli italiani, perché potrebbero esserci opportunità interessanti oltreoceano che forse non state nemmeno prendendo in considerazione. Non cadete quindi nell’home bias e imparate a guardare anche oltre l’Italia, perché quando si tratta di investimenti bisogna cercare di osservare ciò che sta oltre la linea dell’orizzonte.

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