“Sell il May and go away” è davvero una strategia efficace?

“Sell in may and go away” è una strategia molto conosciuta nel mondo della finanza e che potremmo tradurre in italiano come: “vendi a maggio e vattene”.
Siccome maggio è finalmente arrivato vale la pena verificare se questa credenza comune sia realmente efficace.

Di cosa si tratta esattamente?

È un metodo basato su un periodo, più precisamente quello che va da maggio a novembre, dove è storicamente provato che il mercato finanziario ha dei rendimenti scarsi. Infatti, se un investitore seguisse questa strategia, uscirebbe dal mercato a maggio per poi tornare a investire a novembre.
Alcuni investitori trovano questa strategia migliore rispetto a rimanere nel mercato durante tutto l’anno.

Da dove deriva questo modo di dire?

La frase “sell in may and go away” inizialmente non si riferiva ai mercati finanziari, bensì ai cavalli.

Questo perché la frase intera deriva da un detto inglese, “Sell in may and go away, and come on back on St. Leger’s Stakes“. Infatti la maggioranza dei banchieri, mercanti e nobili abbandonava il caldo della città per rinfrescarsi nella campagna durante i mesi estivi, incontrandosi poi nuovamente il St. Lager’s day, un giorno di metà settembre dove si disputa una famosa gara di cavalli. Questa competizione esiste tuttora ed è una tradizione.

Si è poi iniziato a notare che la stessa ricorrenza accadeva anche nei mercati finanziari poiché, nello stesso periodo, i rendimenti tendevano ad essere scarsi. Sembra quasi che gli investitori decidessero di vendere tutto per andarsene in vacanza, senza dover pensare al proprio portafoglio.

La domanda a questo punto è…

Maggio è davvero un mese così catastrofico per i mercati?

Per scoprirlo ho preso i rendimenti storici dell’indice S&P 500 degli ultimi 30 anni. Ho messo poi i dati a confronto in un foglio Excel, calcolando i rendimenti mensili per vedere se effettivamente si poteva notare uno schema.

Tanto per cominciare maggio è un mese positivo, a differenza dei mesi successivi.
Il periodo “estivo” infatti risulta pressoché piatto.
Per i fan dei numeri sappiate che la crescita media tra fine maggio a fine settembre, negli ultimi 30 anni, è stata dello 0,3%.
Penso sia condivisibile da tutti che lo 0,3% è un risultato insoddisfacente se paragonato al rischio azionario. Ma è così poco da doverci far pensare ad una strategia alternativa?

Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo tener conto di alcuni fattori:

  1. Questi dati sono calcolati su una media di 30 anni. Terresti mai un portafoglio completamente azionario per 30 anni di fila? La cosa migliore da fare sarebbe, con l’avanzare dell’età, spostarsi gradualmente su asset meno rischiosi. Di conseguenza ha poco senso valutare un arco temporale così lungo se poi non siamo in grado di replicarlo con il nostro portafoglio.
  2. Se considerassimo solo l’anno scorso (2019), tra maggio e ottobre avremmo avuto un rendimento dell’indice S&P 500 dell’8% circa. Quindi chi fosse uscito prima sfruttando la stagionalità non avrebbe partecipato ad un periodo di forte crescita.
Rialzi del 2019

Esistono alternative?

Un’alternativa c’è, nel caso in cui non volessi disinvestire né avere un rendimento così basso. Infatti decidere di uscire dal mercato e tenere il proprio capitale a casa sarebbe inutile, poiché sarebbe soggetto ad inflazione. Anche investire in obbligazioni non sarebbe una gran alternativa, visto e considerato che ultimamente hanno dei rendimenti prossimi allo zero.

È possibile tuttavia decidere di fare trading di medio periodo sfruttando anche questo tipo di stagionalità sui mercati, aggiungendo elementi alla nostra analisi.

Prima però fatti questa domanda:
Che tipo di investitore sei? Attivo o passivo?

Se sei un investitore attivo che monitora regolarmente il proprio portafoglio, valutando l’inserimento di nuove posizioni e la chiusura di altre, allora basarsi sulla stagionalità può avere una sua logica. Potresti infatti implementarla nella tua strategia e cercare di far fruttare meglio i tuoi investimenti. In questo caso però sarebbe meglio parlare di trading perché abbiamo un orizzonte temporale relativamente breve.

E se invece fossi un investitore di tipo passivo? Beh, allora “sell in may and go away” per te deve essere semplicemente il titolo di una canzone. Infatti, con un portafoglio di tipo passivo si punta al lungo termine, e dei piccoli periodi di calo non creano problemi alla nostra strategia. Inoltre, dover uscire ed entrare dal mercato ogni anno trasformerebbe il tuo portafoglio da passivo ad attivo facendoti incorrere in costi e stress maggiori.

Ultima considerazione

Ognuno di noi ha le proprie strategie ed il proprio modo di investire. Queste vanno scelte dal momento in cui ci immettiamo nel mercato finanziario. Scoprire l’esistenza di una debole stagionalità non dovrebbe assolutamente far cambiare tutti i nostri piani.

Investire senza avere un piano ben chiaro in testa rende gli investimenti molto più rischiosi di quanto già non siano.

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